giovedì 18 luglio 2013

Ritrovato manoscritto di Rossini

Rossini ritrovato, spunta a Palermo il manoscritto del ‘Quintetto’ de ‘La gazzetta’

Adnkronos
Roma, 8 mag. (Adnkronos) – Tornano alla luce importanti manoscritti, alcuni sconosciuti altri creduti persi, di Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti. I documenti, di altissimo valore musicologico, sono stati ritrovati nella Biblioteca del Conservatorio ‘Vincenzo Bellini’ di Palermo dal docente e bibliotecario Dario Lo Cicero, e sono stati presentati al pubblico dal direttore del Conservatorio, Daniele Ficola, dallo stesso Lo Cicero e dal musicologo Philip Gossett, massimo esperto dell’opera italiana dell”800, ex docente presso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma e professore emerito dell’University of Chicago.
Il ritrovamento più importante, è quello del ‘Quintetto’ del I atto dell’opera ‘La gazzetta’ di Rossini. Finora era stato cercato senza fortuna sia tra gli autografi del compositore pesarese, che tra le varie copie d’epoca. Nel libretto per la prima napoletana dell’opera infatti si trova il testo per questo quintetto, ma la musica era completamente ignota. Probabilmente all’epoca il quintetto era eseguito di rado, per decisione forse dello stesso compositore.
Sempre di Rossini sono stati ritrovati gli autografi di due arie aggiunte dal compositore in occasione delle rappresentazioni romane del ‘Turco in Italia’ nel novembre 1815: la cavatina di Don Narciso, ‘Un vago sembiante’, e quella di Donna Fiorilla, ‘Presto amiche’.Di Donizetti sono state ritrovate due cantate, ritenute perdute fino a pochissimo tempo fa: la ‘Cantata per la partenza del Luogotenente Generale March. Ugo delle Favare’ e la ‘Cantata per il natalizio di Re Ferdinando I’, composte entrambe nell’estate del 1825. A questi pezzi segue poi una cavatina sostitutiva per ‘L’italiana in Algeri’ di Rossini, ‘Cimentando i venti e l’onde’, scritta da Donizetti nel 1825, quando il compositore si trovava a Palermo come direttore del Teatro Carolino, per la cantante Maria Tomaselli Tamburini, che Donizetti descrive come ”un cane” in una lettera di quell’anno a Simone Mayr.
Accanto ai manoscritti di Rossini e Donizetti, ne sono stati ritrovati tre di Pietro Generali (1773-1832), importante compositore del primo Ottocento successivamente messo in ombra dalla crescente fama di Rossini. Si tratta di due cantate, ‘La Vestale’ e ‘Il Tempio di Minerva’, e un’aria per soprano, coro e orchestra, ‘Cessar gli affanni’, scritta nel 1825 per Palermo, dove Generali fu direttore artistico del Teatro Carolino (oggi Teatro Bellini), sia prima che dopo la breve permanenza di Donizetti.Una prima parte dei ritrovamenti della Biblioteca palermitana è l’oggetto di un articolo, sul numero attualmente in corso di stampa della ‘Rivista Italiana di Musicologia’, a firma di Philip Gossett e Dario Lo Cicero, dal titolo ‘Tre autografi sconosciuti rossiniani e la collezione della Biblioteca del Conservatorio di Palermo’. I brani autografi di Rossini, Donizetti e Generali facevano parte di una miscellanea custodita nella Biblioteca del Conservatorio di Palermo, inventariata nel 1986 semplicemente come ‘Antologia di brani operistici di Rossini, Donizetti, Generali – manoscritto’. Miscellanea ”passata inosservata anche a causa di una radicata indifferenza, talvolta mista a pregiudizi -spiegano Gossett e Lo Cicero- nei confronti del patrimonio della biblioteca che l’ha custodito”. Si tratta di composizioni chiaramente legate all’attività del Teatro Carolino di Palermo nel corso degli anni Venti dell’Ottocento.”Quella che sta venendo alla luce -aggiungono Gossett e Lo Cicero- è solo la parte emersa di un iceberg. Forse è arrivato il momento di indagare su quel restante 90% ancora sommerso. Ad esempio la musica di numerosi operisti, messi in quegli anni in ombra dal successo di Rossini, è ancora in larga parte sconosciuta, poco studiata e pochissimo eseguita”.
08 maggio 2012

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